Valerio Albisetti - Il viaggio della Vita

Per la cultura in cui viviamo, insensibile al fascino del mistero, tutto ciò che esiste si riduce a materia da utilizzare. La realtà è vissuta e misurata in rapporto ai nostri bisogni. Si tratta di un rapporto di non rispetto, ingordo, manipolativo, simile a quello che un bambino, nella sua fase narcisistica, ha con i propri diversi oggetti d’amore. Questi, siano rappresentati dalla madre, dal padre, dal fratello, da un giocattolo o da qualsiasi altra cosa, non hanno...

Quando si abdica all’assunzione delle proprie responsabilità, al potere di assumere su di sè la propria sofferenza, ci si sente impotenti. I problemi, dunque, sono in realtà segni, prove, attraverso i quali noi esercitiamo il nostro unico e vero potere, che è quello di affrontarli. Solo nel vivere i problemi che incontriamo noi ci formiamo e assumiamo la dignità di essere persone. Non vittime.

Soprattutto nelle nostre reazioni , le nostre risposte, i nostri comportamenti, i nostri pensieri di fronte ai problemi recataci dagli altri, dalla vita, ci indicheranno e sveleranno il nostro essere, la nostra vera personalità. In fondo, nel decidere il tipo di reazione sta la nostra libertà.

Siamo qui in viaggio. In questa mia visione, allora, i problemi assumono un significato particolare, vitale, di guida, di orientamento, un senso formativo, essenziale, personale. Le persone che incontriamo e le difficoltà che ne derivano divengono parte integrante del significato che daremo a noi stessi, alla nostra esistenza.

Al di là di vivere un’esistenza eticamente impostata, dovremmo vivere per testimoniare ciò che siamo. Costi quel che costi. Meglio dare senso al carattere, alla natura con cui siamo nati, esplorarli e accettarne le parti più deboli, più fragili, più negative, per migliorarle, per risignificarle.