Girando per il mondo, soprattutto in America Latina dove i miei libri sono più diffusi, mi sorprendo sempre di fronte alle testimonianze di gioia, calore, che i popoli di quei luoghi, nonostante i gravi bisogni legati alla quotidiana sopravvivenza, continuamente propongono.
Quando poi torno in Europa mi trovo immerso in un’atmosfera angosciante, di non speranza, di paura. Di fatto, la maggior parte degli occidentali vive nella paura, nella diffidenza, nella solitudine.
Senza vero calore umano. Di cuore.
Le persone che incontro mi pongono domande che, nel mio cuore, sento non degne di risposta. Sono domande create da preoccupazioni per il successo, per il controllo, per il prestigio, per il potere, per il denaro, per il sesso.
Fin quando questi rimarranno i nostri problemi, noi non potremo vivere veramente, non potremo fare una ricerca reale, considereremo inutili ed infantili le domande sul vero amore. Sull’intimità di cuore.
Mi sono accorto solo viaggiando per il mondo, a contatto con culture diverse, che sono stato educato, programmato, addestrato per vivere in mezzo alle preoccupazioni, ai cosiddetti “problemi seri”.
Quando, invece, ho cominciato a capire che questi “problemi seri” non sono altro che il risultato della paura e dell’angoscia create per noi dai potenti di turno, da quelli che ci dominano, che ci tengono sotto controllo, allora mi sono ribellato.
Non voglio più essere spaventato.
Non voglio più essere minacciato.
Non voglio più essere angosciato.
Non voglio più essere preoccupato.