Nella mia visione, da qui, solo da qui, dalla consapevolezza della propria mortalità, può iniziare un cammino di consapevolezza personale a livello psicologico e spirituale, e parte qualsiasi relazione, da quella professionale a quella intima, affettiva. Non altro.
E’ proprio questa consapevolezza comune che porta a non giudicare l’altro, ma a sentire se anch’egli è in cammino. Inoltre, la consapevolezza della propria mortalità non diventa mai arroganza, autosufficienza, che impedirebbero qualsiasi relazione corretta, sensata.