Il mio essere saggio consiste nel chiedermi prima di parlare o di scrivere se credo veramente in ciò che dico o scrivo, se è amorevole e se aiuta a mettere in cammino di crescita. Credo che essere saggi vuol dire vivere più nel silenzio che nel rumore delle parole, aspettare e ascoltare e quando si parla bisogna sempre farlo quando è necessario e utile, soprattutto farlo solo quando si ha qualcosa di veramente importante da dire.
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5 commenti
La parola detta, quella vera, efficace, dovrebbe essere come un seme nell’animo dell’altra persona che germoglia e fiorisce. Il resto non è altro che un vocio che fa da sfondo alla nostra vita,un rumore che serve solo per non udire l’angosciosa solitudine umana. Purtroppo,(perdonatemi il mio pessimismo), la comunicazione, quella vera è un gioiello prezioso che raramente si può trovare tra le persone.
Ultimamente sto leggendo vari autori di spiritualità, anche orientale, quello che tu scrivi nel blog e nei tuoi libri ha carattere ecumenico, tanti punti in comune anche con saggi di altri continenti, la tua mente è sicuramente guidata al bene al sommo Bene, spero che ognuno di noi sia un operaio umile per la formazione dell’Agape.
D’ACCORDISSIMO…
Si..penso che a certi livelli di consapevolezza psicospirituale parliamo tutti la stessa lingua…
Dopo anni che leggo i tuoi libri, sostengo anch’io che il ridurre le nostre nevrosi, illussioni, è il primo passo da seguire, per me è sinonimo del dettame orientale della presenza mentale, essere, ora, e qui, incastonato nella realtà, per portare una fede di fatti, per dimostrare che l’uomo è immagine e somiglianza del Dio vivente.