Come un bambino che, a causa del suo narcisismo, non conosce l’identità dei propri oggetti d’amore, così l’uomo contemporaneo, che con le cose ha un rapporto solo strumentale, non conosce l’identità di ciò che lo circonda e che pure ama ed è vittima, come ogni narcisista, di sentimenti di incomunicabilità e di solitudine.
Occorre qui una risposta non simmetrica.
Riportare le cose al loro statuto originario, a Dio.
Dio, che le ha date in dono all’essere umano, per vestirlo, nutrirlo, rallegrarlo.
Il mondo viene così risignificato come dono, gratuità, e dunque le cose da oggetti silenziosi di opaca materia diventano luoghi di parola dove ringraziare Dio.
Si passa allora dal possesso all’accoglienza.
Il mondo non è dell’essere umano, però egli può servirsene.
3 commenti
la libertà ha il prezzo della rinuncia al possesso. la paura fa trattenere e vuole avere per sè custodire.lo sà bene l’innamorato che il mal d’amore lo strugge. lo sà la mamma che vorrebbe proteggere il suo cucciolo. lo sà chi ama. eppure ecco il paradosso se ami devi lasciare andare, per il bene dell’altro. una farfalla la puoi contemplare nei sui voli liberi ma se la prendi muore. è così anche la vita. tutto passa, tutto finisce rimane la contemplazione dell’attimo nella consapevolezza d’essere nelle braccia dell’infinito eterno bene. non è per niente facile mettere in pratica quello che stò dicendo. per me è ginnastica continua spesso molto faticosa del distacco…per la felicità il prezzo della libertà.è dopo aver sudato e pianto che apprezzo la raggiunta cima. davvero mai scoraggiarsi nei momenti di salita ripidissima avere nell’angolo più recondito del cuore la certezza che TUTTO VINCE L’AMORE (anche se la mente è nel buio più totale e al di là delle nostre forze.)
la sofferenza del distacco è quella che dà vita.
La nascita… è un distacco.
La morte… è un distacco!
E’ un messaggio che troviamo scritto in natura