Il problema non è perdere le cose o le persone, ma non avere in mano la propria vita.
Soprattutto, solo quando si è centrati sul senso profondo della propria esistenza nella visione di Dio, o meglio, solo quando questo senso profondo e personale determina la propria identità, possiamo inoltrarci anche per selve oscure, come per prati al sole.
Possiamo affrontare i pericoli, i rischi, i nemici.
Perché il senso alla propria vita non lo danno il buio o la luce degli avvenimenti, gli amici o i nemici, ma il come vengono vissuti.
Certamente, gli imprevisti della vita, le perdite subite, la fine non voluta di una importante relazione affettiva, i tradimenti, le morti di persone amate, le malattie, i fallimenti, le avversità mettono a dura prova la nostra identità; spesso la mettono in crisi, a volte la spezzano, ma sempre, se si è andati alla ricerca del senso profondo della propria esistenza fino a incontrare Dio, si torna a vivere.
Per senso profondo della propria esistenza intendo l’orientamento inscritto in ogni essere umano, differente l’uno dall’altro, assolutamente personale, e orientato verso gli altri.
Solo quando si conosce il senso profondo della propria esistenza e si vuole realizzarlo, anche a tutti i costi, ponendolo a servizio degli altri, noi siamo veri esseri umani, pienamente realizzati.
Avremo dato uno scopo alla vita.