Certo, è più comodo credere che non siamo responsabili dei nostri pensieri, lasciando che la società in cui viviamo, che i suoi gruppi di potere, attraverso i potenti mass media, li condizioni, addirittura li formi quotidianamente, in modo
sistematico, scientifico, sottile, subliminale.
Per questo, ora dò importanza soprattutto al modo in cui si fanno le cose, al come si vive, al tipo di cuore con cui si agisce, e meno a cosa si fa.
Dietro alla stessa parola bene si possono nascondere elementi distruttivi, di nevrosi, di ossessione. Ne sono prova le guerre combattute in nome di Dio.
Non è importante un nostro desiderio, ma ciò che Dio desidera per noi, altrimenti cadremmo nella solita trappola del delirio di onnipotenza che, da sempre, accompagna l’essere umano.