Se non elaboriamo i nostri lutti, se rimaniamo legati a ricordi dolorosi, non riusciremo ad avanzare lungo il nostro cammino di vita, non potremo portare a termine  la nostra missione. Dobbiamo dunque avere il coraggio di lasciare andare il passato, di lasciar morire ciò che non c’è più. Si può rinascere solo se si ha il coraggio di morire. Quando un giovane, per esempio, non riesce a staccarsi psicologicamente dalla famiglia di origine, avrà difficoltà a formarne una sua. Se non si elabora il lutto si perde il senso della vita. Elaborare il lutto non significa dimenticare, ma dare un significato diverso alle realtà, siano esse persone o cose che sono state preziose per noi. Nella mia lunga esperienza di psicoanalista e di psicoterapeuta ho incontrato molte persone che non sono riuscite a dare un senso vero alla loro esistenza perchè sono rimaste legate a perdite subite in passato, alle ferite ricevute, perchè non sono state capaci di elaborare in positivo il loro lutto. Sono persone che vivono nel risentimento, che ravvivano continuamente il dolore per la perdita subita. Non vogliono più essere ferite, non vogliono più rischiare e preferiscono rimanere ferme e chiuse in se stesse, credendo di essere al riparo dalla vita, senza accorgersi invece che, così facendo, non vivono e non fanno vivere. Saranno condannate a vivere per sempre da vittime. Ma anche chi, al contrario, dimentica subito la ferita subita, o la nega, ( i cosiddetti buonisti) sarà destinato a vivere da vittima. La ferita continuerà in silenzio e impercettibilmente a devastare, nel suo inconscio, la sua sensibilità e la sua emotività.

sempre ispirato dalla lettura del mio libro L’arte di essere se stessi. ed. Paoline …continua nel prossimo post