La vita possiede un suo dinamismo interno fatto di spontaneità, di creatività, di desiderio espressivo, di voglia di fare, se tutto ciò viene impedito o avvolto in una ragnatela di falsità, di opacità, per non dire di repressione, l’energia vitale soffocata non trova altra via espressiva se non in quella distruttiva, che può essere rivolta all’esterno di sé, sull’altro, sugli altri, sul mondo circostante, o su se stessi.
Commenta l'articolo Cancella la replica
Archivi
- luglio 2023
- giugno 2023
- maggio 2023
- aprile 2023
- marzo 2023
- febbraio 2023
- gennaio 2023
- dicembre 2022
- novembre 2022
- ottobre 2022
- settembre 2022
- agosto 2022
- luglio 2022
- giugno 2022
- maggio 2022
- aprile 2022
- marzo 2022
- novembre 2016
- ottobre 2016
- settembre 2016
- novembre 2015
- settembre 2015
- luglio 2015
- giugno 2015
- maggio 2015
- aprile 2015
- marzo 2015
- febbraio 2015
- ottobre 2014
- settembre 2014
- agosto 2014
- luglio 2014
- giugno 2014
- maggio 2014
- aprile 2014
- marzo 2014
- febbraio 2014
- gennaio 2014
- dicembre 2013
- novembre 2013
- ottobre 2013
- settembre 2013
- agosto 2013
- luglio 2013
- giugno 2013
- maggio 2013
- aprile 2013
- marzo 2013
- febbraio 2013
- gennaio 2013
- dicembre 2012
- novembre 2012
- ottobre 2012
- settembre 2012
- agosto 2012
- luglio 2012
- giugno 2012
- maggio 2012
- aprile 2012
- marzo 2012
- febbraio 2012
- gennaio 2012
- dicembre 2011
- novembre 2011
- ottobre 2011
- settembre 2011
- agosto 2011
- luglio 2011
- giugno 2011
- maggio 2011
- aprile 2011
- marzo 2011
- febbraio 2011
- gennaio 2011
- dicembre 2010
- novembre 2010
- ottobre 2010
- settembre 2010
- agosto 2010
- luglio 2010
- giugno 2010
- maggio 2010
- aprile 2010
- marzo 2010
- febbraio 2010
- gennaio 2010
- dicembre 2009
- novembre 2009
- ottobre 2009
- settembre 2009
- agosto 2009
- luglio 2009
- giugno 2009
- maggio 2009
- aprile 2009
5 commenti
Caro Valerio, in queste quattro righe hai riassunto il dramma dell’essere umano, tutte le sue nevrosi, le sue insicurezze, i suoi dolori e le azioni e reazioni conseguenti!!
Forse tu parli di un impedimento, di una repressione più a carattere sociale che individuale: hai ragione. Ma poni il dito anche su un punto dolente, per esempio, quello del rapporto tra educatore ed educando come quello tra genitori e figli, soprattutto quando questi ultimi sono piccoli o molto giovani: l’eterno dilemma é “dire.. o non dire” – “intervenire o aspettare” – “parlare o tacere” ???? Spesso ad un figlio vivace ed intraprendente bisogna impedire che si nuoccia, ed ancora più spesso bisogna impedirglielo in fretta perchè ancora non comprende il rapporto causa/conseguenza. Gliene puoi anche parlare ma ancora non gli riesce veramente chiaro. Poi, scopri che lo hai represso e nemmeno te ne sei accorto; e quando te ne accorgi non riesci ad intervenire efficacemente su un suo più o meno marcato atteggiamento autolesionistico o di falsamento relazionale. Ancora più spesso, poi, l’educatore non si accorge di tutte le proprie ferite e repressioni che si porta dietro e che passano suo malgrado come informazioni distorte… Non tutti sono sempre presenti a se stessi e non tutti fanno un percorso di consapevolezza, pure se sarebbe auspicabile, la cosa più importante da fare… ma non esistono esami e patentini per portare la propria identità avanti nella vita, se non quelli che si conseguono sulla propria pelle… Ecco perchè dico che quelle quattro righe lassù raccontano il dramma di ogni essere umano. Per cui, come già chiesi ad un eminente cardinale che venne a parlarci una volta dell’educazione nell’era contemporanea “chi educherà gli educatori”????
Per me, oggi, educare è l’arte di tirar fuori dall’altro la parte migliore di sè, fornirgli gli strumenti necessari per scoprire nei tempi e nei modi giusti il significato della sua esistenza, le sue qualità, i suoi difetti, le sue potenzialità. E’ un’arte rara, difficile da improvvisare e non sempre presente in noi genitori … però in compenso nel mondo ci sono, e ben presenti, tanti cattivi maestri che spengono la spontaneità e la creatività dei nostri ragazzi. Che fare?
La miglior forma di educazione è l’esempio di chi osserva, ascolta, rispetta, incoraggia, ha fiducia, guida verso il bene senza darlo a vedere e, prima di intervenire, si chiede se, astenendosi, produrrà meno danni.
Noi educhiamo e insieme veniamo educati ad ogni età, basta rendersi disponibili, dar valore alle diversità, aver voglia di imparare ancora, e trarre insegnamento dagli errori nostri e altrui.
Grazie Laura Maria per il tuo commento, bello, pieno di spunti per una profonda riflessione.
Con questo blog Valerio Albisetti ci dà l’opportunità di esprimere i nostri pensieri più veri e profondi mettendo in comunicazione persone con “affinità elettive” che condividono una stessa visione della vita. Non c’è pretesa di superiorità in questo ….. Ma se devo confidare la mia aspirazione più sentita, mi piacerebbe sentire anche altre voci, perchè per rendere migliore questo mondo dobbiamo compiere in tanti un grande cammino di conversione ….. Grazie dunque a Valerio, a te, Felice e a tutti coloro che vorranno accostarsi anche da neofiti al percorso della psicospiritualità