Non ho mai creduto alla felicità, neppure quando avevo sei anni.Per me è sempre uno dei tanti concetti strampalati e teorici che riempiono le bocche degli uomini. Ho sempre creduto, invece, alla serenità, alla pace interiore, e sono andato alla sua ricerca e l’ho trovata.Sui quarant’anni…La serenità è la scoperta di esserci, un momento magico in cui viviamo intensamente il fatto di esistere.La serenità deriva dalla conoscenza.La serenità deriva dalla verità.La serenità deriva dal rispetto di se stessi.La serenità deriva dalla dignità di se stessi.La serenità deriva dalla maturità.La serenità deriva dall’ umiltà.La serenità deriva dalla capacità di soffrire, non dal masochismo.La serenità deriva dalla capacità di prendere decisioni.La serenità deriva anche dal sapere dire no.La serenità deriva dal saper scegliere.La serenità deriva dal coraggio delle proprie idee, delle proprie azioni.La serenità deriva dalla contemplazione.La serenità non può venire dal possesso.La serenità non può venire dalla dipendenza.La serenità non può venire dalla paura della solitudine.La serenità non può venire dal conformismo.La serenità è entrare dentro di sè, conoscere se stessi, accettare la propria vocazione.
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6 commenti
Grazie Valerio di aver condiviso questa tua esperienza con noi, le tue esortazioni sono per me un invito alla mia ricerca vocazionale.
Felice
Hai ragione Valerio, ma se provo a pensare, arrivato alla soglia dei 40 anni, il perchè di tutto quanto quello che faccio (impegno al lavoro, in famiglia, ecc…), non riesco a vedere altro se non lo stare al passo con un meccanismo più grande di me.
Quando vorrei che le cose intorno a me andassero diversamente, quando vorrei che persone intorno a me smettessero di perdere milioni di occasioni e tempo e si impegnassero veramente in ciò che è importante… e questo non accade, mi sento frustrato.
No… non serve dire che devo smetterla di vedere gli altri dal mio punto di vista: esiste una realtà oggettiva di rapporti di forze, di opportunità che vanno colte perchè il futuro non è sempre roseo come uno se lo aspetta.
Ecco! Non sono sereno. E sono stufo di sentirmi dire che il primo a cambiare devo essere io: ho verificato che funziona, ma raccolgo briciole dentro di me. E’ difficile trovare la propria vocazione, Valerio e discriminare fra vera vocazione e chimere egoistiche. L’unica vera consolazione che mi rimane è sapere che vicino a me (nel profondo del mio stesso essere) Cristo c’è. Magari non lo ascolto come dovrei. Ma so che c’è, adesso, in questo momento. E mi ama così come sono. Mi aggrappo a questa che sento essere l’unica verità di questo mondo.
Grazie Emiliano
Mi ci trovo appieno. Percorso non semplice da attuare ma, il tempo, gli anni, se sei cammino, è dentro a tutto questo che porta.
Ciao Valerio, anch’io credo nella serenità dell’anima e non nella felicità… credo di averla raggiunta alla soglia dei cinquant’anni,soprattutto con l’aiuto dei tuoi libri di psicospiritualità che mi hanno permesso di conoscere le caratteristiche umane legate alle sue enorme fragilità.Ho imparato a sperimentare la solitudine in special modo in presenza di un forte periodo di sofferenza….Adesso penso di essere in pace con me stesso capace di affrontare con l’aiuto di Dio gli anni che abbiamo davanti.
Un sincero grazie Michele
Grazie a te, Michele.