Quando qualcuno ci rifiuta scattano in noi antichi comlessi infantili, insicurezze, sensi di inferiorità… Accettateli. FAnno parte della natura umana. Ma devono essere temporanei, qualche giorno, qualche mese, ma non anni. Digiunate. State in silenzio. Pregate. E perdonatevi. Solo dopo questi passaggi potrete sentire di nuovo il vostro cuore. Pulito. Libero.
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6 commenti
“Signore se vuoi, puoi guarirmi”. (dal Vangelo secondo Luca). E’ proprio vero, la preghiera come purificazione interiore, per togliere tutto ciò che ci contamina, che non ci appartiene, che ci sporca l’animo. Grazie Valerio per aiutarmi a continuare a pregare.
Caro Valerio, ho avuto un grande aiuto seguendo il tuo corso di Training Autogeno, in un periodo molto difficile della mia esistenza terrena. Ritrovando la calma, ho iniziato a pregare. Ringrazio Dio per avermi fatto incontrare te attraverso i tuoi libri. Ti ringrazio e ti saluto con grande affetto.
Svuotare la mente,questo è lo scopo della preghiera,per togliere l’io e riempirla di luce,verità,amore (cioè DIO).
Caro valerio, ma quante cose ho imparato leggendo i tuoi libri, quanti dubbi e insicurezze avevo e leggendoti mi sono svanite, chissà se un giorno potro’ avere l’onore di conoscerti e parlarti, ma per dio nulla è impossibile, io aspettero’ e continuero’ a pregare e chissa se trovero la mia strada…quella vera, perchè è da tempo che combatto con me stessa, ma ci sono voluti anni per capire cosa fosse quel tormento..ciao grande uomo…
Piccola perplessità
La vita è costante miglioramento o accettazione? Come figli di Dio ritengo che sia insita ad innata in ognuno di noi la voglia e il bisogno di migliorare… giorno dopo giorno, manifestando e possibilmente coltivando i nostri talenti.
Non mi è quindi perfettamente chiara la considerazione che ripetitivamente trovo nei libri di Valerio circa l’accettazione di noi stessi, dei nostri difetti, della nostra condizione…
Il cervello è plastico e modificabile… perché non cercare di migliorarlo, di cambiarlo, di trasformarlo, giorno dopo giorno? Perché non insitere nel cercare di ottenere ciò che desideriamo? Non mi è chiaro quel sottile tono di fatalismo (forse interpreto male) che sta dietro la visione di noi come inesorabili attori di una missione che fu progettata e programmata da Dio…
Nel tempo aveo sviluppato un’idea di un Dio che dà la libertà anche di scelta di un destino che ci creiamo noi in vista di un disegno superiore… ma questa mia visione si scontra con la visione di missione, di vocazione “prestabilita” da Dio che ho potuto dedurre dalle molte letture dei tuoi libri…
Siamo noi a crearci il nostro destino? o possiamo solo cercare di scoprire la missione che Dio ha pensato per noi? Ma questo presuppone una “non libertà” in partenza, per quanto essere non liberi in Dio possa essere assolutamente splendido…
Mi piacerebbe capire meglio!
è molto profonda la riflessione sul destino e su chi sia l’autore, ma dovessi dare una risposta con il cuore, direi subito che in ogni caso noi non siamo mai autori del nostro destino. Se la nostra vita può essere considerata una testimonianza, allora la mia esperienza di vita mi porta a questa conclusione. Nel mare della vita ottengo quello che non chiedo, mentre combatto e mi dispongo per altre cose. Un esempio banale, se ho fame di pane, la vita mi dona l’acqua. Chiedo al maestro una minima risposta e i miei migliori auguri per tutto
rosa